Storico


Quando legge quella scritta, 'Arbeit macht frei', sopra il cancello dell'ingresso, la Francia e l'autunno sembrano già un ricordo lontano per Ella, giovane prigioniera nel più terribile dei campi di concentramento. Come se non bastasse, a comandare, lì, è la spietata SS Maria Mandel, bellissima e freddissima, soprannominata non a caso la Bestia. Una donna che rende la vita di tutte le detenute un inferno, più di quanto già non lo sia. Tanto perfida quanto arguta, però, nel notare la precisione e la grazia della grafia della nuova deportata. Così, poco dopo il suo arrivo, è proprio la Bestia a chiedere a Ella di spostarsi al blocco Kanada per iniziare una nuova occupazione, quella di copista - Schreiberin - per l'orchestra femminile del campo. Qui, rischiando la sua stessa vita, la giovane proverà a salvare dall'oblio i ricordi ritrovati nei bagagli dei prigionieri e il destino dell'intero campo. "La bestia di Auschwitz" è la storia coraggiosa di una donna risoluta a salvare la memoria di vite destinate a perdersi, a far sopravvivere la speranza e l'amore nel luogo più terribile che l'essere umano abbia mai creato.
Luca Sabatini ritorna al paese natale in Abruzzo dopo quarant'anni di prigione: il vero colpevole del delitto ha confessato in punto di morte. L'intero borgo però non perdona a Luca quel presunto "peccato" che è stato foriero di rovina per tutti, né gli perdona di non aver tentato di difendersi. Uomo mite, Luca sopporta la solitudine sorretto dal segreto ricordo di un amore impossibile. Solo Andrea Cipriani, antifascista e capo partigiano appena tornato dall'esiilio, cerca di comprendere, attraverso un'ostinata e difficile inchiesta contro omertà irriducibili, le ragioni dell'ingiustizia che ha straziato la vita di Luca.
Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: "Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione". Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l'alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione.
Firenze, l875. Metello Salani nasce nel rione popolare di San Niccolò e, anche se si trasferisce quasi subito a vivere in campagna con gli zii, non dimentica la sua città d'origine. Lì è morto suo padre, annegato in Arno. Lì riconosce le sue radici. E lì fa ritorno non appena gli riesce, a soli quindici anni, in cerca di lavoro e fortuna. Sotto l'ala protettrice di Betto, il vecchio anarchico che gli farà da padre, Metello inizia a lavorare come muratore nei cantieri edili e si avvia a un apprendistato non solo nel mestiere, ma anche nella vita: muove i primi passi nel movimento sindacale, incontra Ersilia, si innamora, conosce il carcere e la lotta politica, sperimenta la tentazione e il tradimento. Dall'infanzia alla maturità, l'esistenza di Metello personaggio tra i più carismatici e poetici di Pratolini - si snoda attraverso le tappe principali della storia di un'Italia agli albori: una nazione ritratta all'indomani dell'Unità, travagliata da duri conflitti di classe, ancora - e sempre - in cerca di se stessa.
Mara è una giovane di Monteguidi, piccolo paese della Val d'Elsa, che all'indomani della Liberazione conosce il partigiano Bube, eroe della Resistenza, e se ne innamora. Questi, tornato alla vita civile imbottito di precetti di violenza e vendetta, ha commesso un delitto e, dopo un periodo alla macchia, viene catturato e condannato a quattordici anni di carcere. Mara, maturata proprio grazie alla forza del sentimento per Bube e divenuta ormai donna, decide di aspettare l'amato con animo fedele e ostinato. Con questo romanzo - pubblicato nel 1960 e seguito nel 1963 da una celebre versione cinematografica interpretata da Claudia Cardinale - Cassola si aggiudica il premio Strega e raggiunge il successo anche internazionale. "La ragazza di Bube" segna una profonda cesura nella narrativa italiana del dopoguerra: benché ispirato a una vicenda realmente accaduta, il romanzo si arricchisce di elementi psicologici e lirici superando le istanze neorealiste, tanto per il linguaggio quanto per il rifiuto dei dogmatismi ideologici. "Il romanzo" sostiene infatti Cassola "viene prima di ogni interpretazione della realtà, è la ricerca continua della verità degli uomini."
La prima parte, costituita dal primo capitolo, sintetizza le notizie riguardanti il protagonista antecedenti l’internato nel Lager: la cattura avvenuta il 13 dicembre del 1943, la prima detenzione nel campo di Fossoli, in Emilia, e il trasferimento nel campo di concentramento ad Auschwitz, in Polonia. Questa parte del romanzo si conclude con la descrizione dell’allucinante viaggio in treno vissuto dallo scrittore insieme ad altre migliaia di prigionieri , stipati come animali su convoglibestiame, privi di acqua, cibo e vestiti per ripararsi dal freddo. La seconda parte va dal secondo al sedicesimo capitolo e copre l’intero periodo della sua permanenza nel Lager. Lo scrittore e gli altri sperimentano le durissime leggi del Campo, dove, tra stenti e violenze di ogni genere, sono sottoposti a lavori durissimi. I nazisti, infatti, organizzano la schiavitù e poi l’annientamento dei deportati secondo le ferree regole di un’attività economica studiata per essere il più possibile redditizia: coloro che non hanno la forza di sopravvivere vengono eliminati nelle camere a gas. Primo Levi riesce fortunatamente a resistere fino alla fine della guerra, avvantaggiato da varie circostanze: dal fatto che, essendo chimico, il suo lavoro era richiesto nella fabbrica di gomma adiacente al campo; dalla conoscenza della lingua tedesca; dal fisico robusto. La terza parte è costituita dal capitolo diciassettesimo e narra gli ultimi dieci giorni di internato. Lo scrittore, ricoverato nel Ka-Be, ovvero nell’ospedale da campo, insieme ad alcuni amici, assiste alla disgregazione del campo fino all’arrivo degli alleati. All’inizio del’45, infatti, con la sconfitta dei loro eserciti su tutti i fronti, i tedeschi abbandonano Auschwutz. Nell’infermeria rimangono solo i malati. Levi è tra loro, perché malato di scarlattina. Lì viene trovato e liberato dai soldati russi il 27 gennaio 1945.
Esisteva un patto segreto di collaborazione e protezione tra le autorità romane in oriente e Saulo di Tarso, che noi conosciamo meglio con il nome di Paolo, il santo fondatore del Cristianesimo? Incontri nelle stanze segrete del potere, rapporti diplomatici confidenziali, corrispondenze riservate, complotti, banchetti imperiali, ritratti di protagonisti reali o immaginari (come Diotima, sacerdotessa di Artemide), lo scontro sotterraneo tra il dio padre e le dee madri: sono questi gli elementi attraverso i quali si snoda questo racconto, da Roma a Damasco, da Antiochia a Gerusalemme, per terra e per mare. Un romanzo costruito per quadri che, rispettando le fonti e il contesto storico, affronta il nodo della nascita tumultuosa della religione che ha deciso le sorti di almeno metà del mondo per due millenni. Con "La spia celeste", Cristoforo Gorno ricostruisce in maniera originale la vita di Paolo di Tarso, uomo e santo: da persecutore del Cristianesimo alla conversione sulla via di Damasco, dall'apostolato attraverso i paesi del Mediterraneo al suo arrivo nella Roma di Nerone, meta finale per la costruzione della Chiesa cristiana.
Firenze, la culla del Rinascimento, è bagnata di sangue Firenze, 1439. Durante il delicatissimo concilio ecumenico, un inquietante evento rischia di creare ulteriori e pericolose tensioni tra la Chiesa latina e quella greca: un delegato greco, appena ventenne, precipita dalla cupola di Santa Maria del Fiore. Cosimo de' Medici incarica subito Leon Battista Alberti, noto per il suo ingegno acuto, di indagare segretamente su quell'evento tanto violento. I segni sul collo della vittima costringono presto Leon Battista a informare Cosimo che l'ipotesi di suicidio inizialmente elaborata è da scartare. Non solo, infatti, il giovane è stato strangolato, ma il cadavere aveva in bocca un fiorino d'oro e un foglietto con su scritto "Timeo". Alberti e Parentucelli, raffinato e dotto teologo che lo affianca nell'indagine, non impiegano molto tempo a scandagliare la vita della vittima, il giovane Teodoro, i suoi affari, le sue frequentazioni. Ma chi possa avere avuto interesse a ucciderlo resta un mistero. E soprattutto, perché? C'è forse qualcuno che trama perché l'unione tra le due Chiese fallisca? Quando un altro crimine bagna di sangue le strade di Firenze, i due si rendono conto che dietro a quelle morti c'è uno schema concepito con diabolica precisione da una mente lucida e spietata. Se non troveranno al più presto l'assassino, non solo le morti finiranno per moltiplicarsi, ma il destino della cristianità sarà in grave pericolo.